Programmatore o mago?
Non so se vi è mai capitato di vedere un programmatore all’opera. Per me che non sono del mestiere, ho trovato una scintilla di magia nel vedere come da formule criptiche e insensate prendessero forma schermate, pulsanti, effetti grafici.
La passione per la tecnologia e per i computer da sole non bastano a mettere in piedi un software, un videogioco, un sito. A bollire nel calderone troviamo conoscenza dei linguaggi di programmazione, un attento studio di analisi e… tanta pazienza! Sì, perché non è facile trovare un cliente che conosca bene la fatica nel trovare la soluzione migliore tra il ventaglio di scelte possibili. Eppure, con i codec giusti, è possibile realizzare magicamente ciò che il cliente richiede. Vediamo come.
Chi è il programmatore
Il programmatore è un tecnico che traduce o codifica il software da far eseguire a un computer. Questo codice si scrive attraverso un linguaggio di programmazione, scelto sulla base delle esigenze del progetto da portare a termine. Non è magia oscura, né formule magiche (anche se lo sembrano!): si tratta di codici che si trasformano in istruzioni per il computer. Quest’ultimo li elabora e li esegue. Il risultato? Bibbidi-Bobbidi-Boo: proprio quello di cui avevamo bisogno!
Esistono tantissimi linguaggi, soprattutto per la programmazione web. I più diffusi sono PHP, ASP, Java EE, JavaScript o ActionScript. L’attività di codifica viene dopo l’analisi e precede il collaudo del software.
Inoltre un buon programmatore deve avere una passione speciale per la risoluzione di problemi e per lo studio di algoritmi.
Ma in cosa consiste questo lavoro?
La figura del programmatore in realtà ha davvero molte sfaccettature: le mansioni oscillano dall’elaborazione di software per l’automazione industriale, alla realizzazione di piattaforme di e-commerce, di software CRM (Customer Relationship Management), di videogiochi. Ci sono poi programmatori specializzati nello sviluppo di app, portali e siti internet.
Noi ci concentreremo sulle caratteristiche di uno sviluppatore web, il cui compito è realizzare un sito o un sistema che sia facile da utilizzare e che abbia una grafica user-friendly. Tra gli altri aspetti da tenere in considerazione, ci sono poi la velocità del caricamento delle pagine, i problemi derivati da più accessi contemporaneamente e così via.
Nel galateo dei programmatori vige la regola che il codice debba essere leggibile e documentato, cosicché possa essere manutenibile anche da enti terzi.
Il programmatore cura anche il posizionamento nei motori di ricerca: comparire tra le prime opzioni di ricerca è sempre un fattore fondamentale per garantire il successo del proprio lavoro.
Esiste una Hogwarts per programmatori?
Esistono diversi linguaggi di programmazione: alcuni servono per costruire app, altri più adatti per inserire della logica in un sito web. Ma come e dove impararli?
In realtà non esiste una scuola che insegni i trucchi del mestiere. Esistono tanti corsi di diversa durata, on line o in presenza, grazie ai quali è possibile imparare i vari linguaggi, capire qual è più funzionale per la creazione di un’app e quale invece è più adeguato per la realizzazione di piattaforme e via dicendo.
Per imparare un codice si possono seguire corsi e tutorial su piattaforme specializzate, come Bento o Codeacademy.
Ma come in ogni lavoro, lo scarto di qualità è sempre dato dall’esperienza sul campo. I corsi aiutano tantissimo per quanto riguarda le acquisizioni teoriche, ma la pratica non sempre corrisponde alla teoria.
La strada per diventare dei bravi professionisti è lunga e in salita. Solo con determinazione e tenacia è possibile raggiungere i traguardi prefissati.
E il mondo del lavoro?
L’ingresso nel mondo del lavoro può avvenire in due modi: da freelance oppure cercando di entrare in azienda. Come abbiamo detto in un altro articolo, la vita del freelance è decisamente sacrificante. Non bisogna però sottovalutare la possibilità di rimanere libero professionista, con una rete di clienti e all’occorrenza anche di collaboratori per gestire le commesse più impegnative, poiché offre più possibilità di gratificazione morale ed economica.
Altra possibilità è riuscire ad inserirsi all’interno di un’azienda: vita più tranquilla e stipendio fisso. Ma non crediate che sia meno stressante, perché in qualunque caso, un programmatore deve rispettare le scadenze, spesso dettate da circostanze esterne che non tengono conto della complessità del lavoro.
In conclusione…
Possiamo dunque dire che il lavoro del programmatore non è affatto semplice. Presuppone conoscenze ed esperienza nel settore che è sempre più difficile trovare.
Inutile soffermarsi sui motivi per cui in circolazione ci sono sempre meno professionisti e sempre più programmatori mediocri. Senza dubbio una delle motivazioni risiede nel fatto che ci vuole tempo, dedizione e pazienza, doti sempre più rare in una società frenetica come la nostra in cui si vuole “Tutto subito”. Si tratta di un percorso difficile, ma gratificante poiché porta con sé la scintilla creativa e magica di chi ha la capacità di rendere reali le proprie idee.