Perché il problem solving è una caratteristica sempre più richiesta?
Sempre più spesso si sente parlare di problem solving. Nel mondo del lavoro è un’abilità sempre più richiesta. Si tratta di una capacità che aiuta a svolgere al meglio qualsiasi nuova sfida. Inoltre è un valido aiuto nella gestione dei piccoli problemi quotidiani.
Perché i problemi, piccoli o grandi, sono ostacoli nel corso di un cammino volto al raggiungimento di uno scopo. Risolverli al meglio e nel minor tempo possibile ci permette di raggiungere l’obiettivo nei tempi prefissati, se non addirittura con anticipo. E chi risparmia tempo, lo sappiamo bene, risparmia denaro.
Ma per farlo bene è necessaria una rivoluzione del nostro modo di agire: il problem solving deve diventare uno stile di vita!
Ma cos’è il problem solving?
Letteralmente significa “risoluzione di problemi” e indica la capacità di un individuo di trovare la migliore soluzione ad una situazione critica.
Ad oggi si realizzano molti corsi di formazione che si occupano di insegnare i principi basilari del problem solving. Essi si basano innanzi tutto sull’integrazione di risorse logiche e risorse creative. Le prime aiutano a fare un’analisi accurata del problema, delle cause scatenanti e delle ipotetiche conseguenze. Le seconde invece aiutano ad avere una visione globale del problema e studiarlo sotto punti di vista differenti. Ciò offre la possibilità di elaborare una soluzione originale ed efficace.
Le teorie di problem solving si basano su una sequenza di step che guidano fino al superamento dell’ostacolo. Vediamo insieme come.
Metodi di problem solving
Se cerchiamo su Google le tecniche di problem solving, troveremo un’infinità di metodi, in relazione al campo d’azione. Qui ci impegneremo a delineare le fasi principali applicabili a qualsiasi settore.
E’ possibile individuare quattro fasi:
- Definire il problema. Solo risalendo al bandolo della matassa è possibile estirpare il problema dalla radice.
- Generare alternative. Questa è una fase creativa in cui si devono elaborare diverse soluzioni.
- Valutare e selezionare le alternative. Verificare le possibili soluzioni e scegliere quella più adeguata.
- Implementare le soluzioni. Si tratta di definire i dettagli del piano di azione e di eseguirlo.
Nella vita quotidiana
Come abbiamo avuto modo di vedere, il piano d’azione è attuabile a qualsiasi tipo di problema. Ogni giorno ci ritroviamo ad affrontare piccole e grandi complicazioni.
Risolverle può costituire un vero e proprio rompicapo, soprattutto per quelle persone che sono meno reattive. Non tutti, infatti, reagiscono allo stesso modo. Lo stesso problema può essere un piccolo incidente di percorso per uno ma una grossa scocciatura per qualcun altro. Per non parlare di situazioni complesse, quelle per le quali è necessaria una soluzione su misura.
Sia che si tratti di problemi concreti o di problemi emotivi, l’applicazione del metodo di problem solving costituisce un aiuto valido: esso insegna a razionalizzare, catalogare e ad agire prontamente in maniera efficace.
Il problem solving nel mondo del lavoro
La gestione dei problemi è oggetto di valutazione per i datori di lavoro. Già in fase di colloquio, si studia con attenzione quanto il candidato sia capace di risolvere prontamente delle eventuali complicazioni. Addirittura nelle grosse aziende si predispone un team dedicato, che ha il compito di supportare i dipendenti nella quotidianità e di affrontare grandi progetti.
A tal fine, i membri della squadra applicano le metodologia di “design thinking”, per individuare le soluzioni più idonee alla circostanza, e di “decision making”, grazie alla quale scelgono tra le alternative possibili quella più efficace.
In ambito aziendale quest’ultima fase è gestita dal project manager. Egli organizza ogni parte del piano e ne monitora l’andamento.
Il programmatore e il suo problem solving
Per un programmatore è fondamentale possedere l’abilità di problem solving. Non c’è nulla di più importante che riconoscere e affrontare il problema, come avviene per il debugging. Ma per farlo, oltre alle nozioni di programmazione, occorre avere prontezza mentale. Inutile precisare che alcuni sono più portati di altri, ma ciò non toglie che ci si possa esercitare!
Un bravo problem solver è in grado di individuare i sotto-problemi necessari per raggiungere l’obiettivo. Nel caso di un bug, ad esempio, è buona pratica isolare classi o parti di codice, e valutare un po’ alla volta la logica fino a risalire all’origine. Altra qualità che deve avere un bravo programmatore è ottimizzare i tempi morti, eseguendo se possibile due task contemporaneamente.
Il programmatore, così come qualsiasi altro professionista, infine ha il compito di assecondare le richieste dei clienti ottimizzando tempi e spese. Egli deve essere in grado di trovare la migliore soluzione per lasciare il cliente soddisfatto.
In sintesi
La pratica del problem solving è un valido aiuto per affrontare qualsiasi circostanza. All’inizio non è per nulla semplice. Ma seguendo le giuste indicazioni, con la pratica diventerà naturale.
La consapevolezza delle proprie capacità e la conoscenza approfondita del proprio lavoro sono armi indispensabili per la risoluzione del problema. I benefici ricavati saranno un ulteriore stimolo all’applicazione del metodo.
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